Nuovi materiali dal mare: il futuro del design è più green?

Lug 24, 2020Trend

Da anni si ricorre a risorse rinnovabili innovative e nuovi materiali. Ci realizziamo plastiche, fibre e tessuti per ridurre l’impiego di materie prime fossili e quindi l’impatto ambientale. Spesso si parla – e si vedono immagini inquietanti – di mari inquinati da sacchetti di plastica e da rifiuti di ogni sorta. Alcune aziende raccolgono, almeno in parte, la plastica che invade i mari e sono riuscite a riciclarla. Processandola come un polimero vergine, hanno realizzato nuovi filati. Nuove soluzioni tessili, suole per calzature ‘green’, rinforzi bio-based per barche o edifici, sono solo alcuni dei possibili impieghi di questi nuovi materiali.

Ma la natura, non solo restituisce ciò che non le appartiene. Contribuisce ad offrire all’umanità nuove fonti rinnovabili e ricche di sostanze. Come le alghe marine che crescono spontaneamente in tante zone acquatiche. A volte in modo eccessivo, a causa del cambiamento del clima e dell’uso di fertilizzanti. Di fatto sono una materia prima unica per produrre nuove plastiche o tessuti innovativi.

Le alghe come nuovi materiali

Già da qualche anno sono sul mercato nuove fibre naturali, ottenute aggiungendo alghe alla cellulosa. Si è scoperto che queste piante marine contengono un’elevata percentuale di oligoelementi, con effetti dermoprotettivi e antinfiammatori. Le fibre che ne derivano offrono le stesse proprietà, garantendo inoltre una sensazione di benessere al contatto con la pelle.

Le sostanze che si trovano nelle alghe marine aiutano ad attivare la rigenerazione cellulare, che a sua volta può aiutare ad alleviare le malattie della pelle, ridurre l’infiammazione e lenire il prurito. Il suo alto livello di antiossidanti protegge la pelle dai radicali liberi nocivi, che danneggiano le cellule della pelle.

Nuovi materiali Aleghe

Il naturale livello d’idratazione del corpo permette uno scambio attivo di queste sostanze benefiche tra la fibra e la pelle.

La sua produzione avviene in un ciclo chiuso, senza rilascio di sostanze chimiche come rifiuti. È uno dei motivi per cui l’Unione Europea ha assegnato a questa procedura il premio ambientale nella categoria “tecnologia per lo sviluppo sostenibile”.

Per questo motivo, le fibre da alga vengono impiegate in un gran numero di tessuti e maglierie per l’abbigliamento da lavoro, sportivo, intimo, per tessuti e articoli per la casa (tappeti, biancheria, asciugamani), tessuti non tessuti, prodotti per l’igiene e nel settore del giocattolo.

Dalle alghe si può ottenere però anche una bio-plastica che, in aggiunta a PLA (acido polilattico) noto polimero biodegradabile, dà origine ad un prodotto al 100% biodegradabile e compostabile. Questo nuovo polimero può essere compatto o anche espanso e viene impiegato per la realizzazione di calzature outdoor, parti di tavole da surf ed elementi protettivi per zaini.

Nuovi materiali Zaino Mobius

Mobius: lo zaino eco-progressive

Nel suo primo giorno su Kickstarter, ha raggiunto i 100.000$. Parte del ricavato servirà anche per piantare fino a 50.000 alberi: 10 alberi ogni zaino venduto.
Offerto con una garanzia a vita, è realizzato con quasi il 100% di materiali “upcycled”, ovvero materiali riutilizzati.
Questo zaino è progettato e foderato con un tessuto realizzato con bottiglie d’acqua di plastica riciclate al 100 per cento. Ogni zaino è fatto con 31 bottiglie di plastica che altrimenti sarebbero finite in discarica.
Le imbottiture interne sono ricavate dalle alghe.
Le finiture, come la fettuccia, le clip e le fibbie, sono realizzate riutilizzando gli scarti plastici della produzione.
Così non è solo migliore per l’ambiente. Offre anche una varietà di vantaggi prestazionali: resistenza prolungata, peso ridotto e proprietà ipoallergeniche.
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Le scarpe fatte di alghe

Nuovi materiali Ultra III di VivobarefootUna massiccia proliferazione di alghe nel lago Taihu in Cina, ha lasciato più di due milioni di persone nella zona temporaneamente senza acqua potabile. Il governo ha iniziato a spendere centinaia di milioni di dollari all’anno, per cercare di risolvere il problema. Una parte della soluzione è stata lavorare con un’azienda che raccoglie le alghe dal lago, prima che crescano troppo.

Per trasformarle in un materiale flessibile e gommoso che ora viene usato per le scarpe.

Le scarpe Ultra III di Vivobarefoot, resistenti all’acqua, venivano realizzate con un materiale a base di petrolio, l’acetato di etilene e vinile (EVA). I nuovi modelli sono stati realizzati con una miscela di alghe ed EVA. Per ottenere abbastanza alghe da farne un paio sono stati puliti 260 litri d’acqua, che vengono poi restituiti al lago.

Questo materiale innovativo è realizzato con piattaforme mobili che aspirano delicatamente le alghe, restituendo acqua filtrata e pulita. Le alghe raccolte vengono mescolate con l’EVA, contribuendo a ridurre il carbon footprint delle scarpe e pulendo l’acqua del lago. Il materiale attuale utilizza il 40% di alghe e il 60% di EVA. E si sta lavorando per realizzare nuovi materiali che utilizzino ancora più alghe.

Il processo di produzione ha affrontato diverse sfide: il design della scarpa, coperto da fori esagonali per far respirare il piede, richiede uno stampo dettagliato e preciso, e il materiale ha dovuto essere ottimizzato per garantire che si espandesse e si rimpicciolisse esattamente in modo corretto. Ma alla fine ha funzionato e l’azienda dice che questo è un bel passo avanti rispetto all’alternativa convenzionale.

 

Lasciati ispirare da nuovi materiali innovativi e sostenibili.